Nov 2025 | Formazione

Scopri quando i tassi dei mutui potrebbero scendere tra fine 2025 e 2026: analisi BCE, trend Euribor, consigli sui mutui.

Nel contesto attuale, gli attori del credito e gli analisti si interrogano su quando scenderanno i tassi dei mutui. Vediamo insieme le dinamiche attuali, le proiezioni BCE e l’impatto atteso su mutui e mercato immobiliare fino al 2026.

 

Scenario attuale dei tassi mutui nel 2025

Nel 2025, i tassi dei mutui in Italia stanno vivendo una fase di relativa stabilità, a seguito di una corsa al rialzo nel biennio precedente. L’Euribor a 6 mesi (indicatore primario per i mutui variabili) si attesta in media sul 2,5%. Il calo, al 2% circa, si pone quale elemento favorevole per i crediti. È quindi corretto affermare che, a tal proposito, il costo del denaro possa essere a favore delle banche e delle famiglie: un equilibrio di alto livello tra stabilità e accessibilità.

In questo scenario, il tasso fisso riveste ancora un ruolo primario negli strumenti di offerta bancaria, mentre il variabile viene considerato in condizioni più competitive, seppur con margine di discesa limitato.

Situazione a ottobre 2025 e politiche della BCE

A ottobre 2025 la BCE ha deciso di mantenere i tassi fermi successivamente a una serie di tagli precedenti:

  • il tasso sui depositi intorno al 2,00 %;
  • il tasso di rifinanziamento principale a 2,15 %;
  • il tasso marginale a 2,40 %.

Questo atteggiamento “pausa” viene interpretato come un segnale di prudenza, per valutare con maggiore evidenza l’andamento dell’inflazione e la tenuta della crescita nell’Eurozona prima di procedere ad ulteriori tagli.

L’Euribor rimane ancorato in zona 2,0 % per le scadenze brevi (3-6 mesi), mentre per il variabile la stabilità attuale è compatibile con leggere future riduzioni.

 

Previsioni tassi BCE per fine 2025 e 2026

Quali sono le principali previsioni sui tassi dei mutui? Molti analisti auspicano ulteriori tagli nel corso del 2025, benché in misura moderata e condizionali ai dati macro. Secondo alcune stime, la BCE potrebbe operare 3-4 riduzioni da 25 punti base entro la fine dell’anno, portando il tasso sui depositi verso l’1,75 %–2,00 %. Per il 2026, lo scenario più probabile è che il tasso sui depositi si assesti intorno all’1,50 %–1,75 %, qualora la tendenza disinflazionistica si consolidi in linea con le previsioni tassi dei mutui per il 2026.

Timeline degli interventi attesi della Banca Centrale Europea

Nei mesi a venire, la sequenza potenziale delle varie previsioni su quando scenderanno i tassi dei mutui potrebbe, appunto, essere la presente:

  • dopo la pausa di ottobre, un nuovo taglio nel quarto trimestre 2025;
  • successiva fase di osservazione inizio 2026;
  • da metà 2026 valutazione delle pressioni inflazionistiche e, se favorevole, un ulteriore alleggerimento entro l’anno.

L’agenda delle riunioni BCE e i comunicati stampa accompagneranno ogni mossa, con attenzione particolare alle stime trimestrali sull’inflazione e al Pil dell’eurozona. In pratica, la BCE adotterà un approccio graduale, calibrando ogni intervento sulle deviazioni effettive rispetto agli obiettivi.

Obiettivi di inflazione e tasso neutrale

La BCE prevede che l’inflazione armonizzata (IAPC) scenda nel corso del 2025, toccando un minimo intorno all’1,4 % nel primo trimestre 2026, per poi risalire verso il 2,0 % nel 2027. L’inflazione core, escludendo energia e alimentari, è attesa attorno all’1,5 % nel triennio 2025-2027. Il tasso neutrale, quel punto teorico in cui la politica monetaria è neutra nei confronti dell’economia, è stimato tra 1,50 % e 2,00 %, sebbene con ampi margini di incertezza, dato il contesto post-pandemico e le rigidità strutturali.

La sfida è non compromettere la credibilità dell’obiettivo inflazionistico e, al tempo stesso, consentire un alleggerimento graduale del costo del denaro per non destabilizzare i mercati finanziari.

 

Impatto sui mutui: quando arriveranno i ribassi

La discesa dei tassi BCE non si traduce automaticamente in ribassi simultanei dei mutui, tanto che la trasmissione richiede tempo e dipende dalle condizioni del sistema bancario, dei mercati swap e dai margini applicati.

Di norma, il ritardo varia tra 3 e 9 mesi. Se la BCE dovesse tagliare entro il quarto trimestre del 2025, i mutui variabili potrebbero beneficiare già nel primo semestre 2026. Tra i variabili, l’Euribor tende a incorporare le aspettative future, favorendo un’anticipazione del ribasso. Chi è in procinto di stipulare mutui o effettuare surroghe nel 2026 potrà accedere a condizioni maggiormente favorevoli, a condizione che il margine applicato dalla banca non eroda il beneficio.

Quindi, quando scenderanno i tassi dei mutui? Il momento più concreto per i ribassi potrebbe essere il primo semestre 2026 per i prodotti variabili, mentre per i fissi occorrerà attendere la seconda metà del 2026, salvo cambiamenti macroeconomici.

 

Prospettive mercato immobiliare 2025-2026

Nel biennio a venire, il mercato immobiliare italiano dovrebbe beneficiare, almeno parzialmente, dal miglioramento delle condizioni creditizie, seppur con differenze territoriali e segmenti diversificati.

Secondo le previsioni Nomisma-Idealista, i prezzi residenziali cresceranno dell’1,4 % nel 2025 e dell’1,5 % nel 2026, con un numero di compravendite che si manterrà stabile intorno ai 780.000 atti annui. Uno scenario atto a suggerire un mercato attenuato e, in ogni caso, in salute.

Domanda abitativa e accessibilità al credito

Una discesa graduale dei tassi mutui favorisce l’accessibilità al credito, riducendo l’onere finanziario per gli acquirenti e stimolando la domanda, in particolar modo nei segmenti medi e medio-bassi.

Alcuni potenziali acquirenti posticipano la domanda in attesa di un momento favorevole. Cosa significa? Un ribasso stabile e prevedibile del costo del denaro potrebbe attivare una nuova fase di acquisto nel 2026.

Nel frattempo, l’aumento delle erogazioni del 2025 indica che il mercato sta già scontando una maggiore fiducia. Ciò nonostante, non va sottovalutato il ruolo dei margini bancari, del rischio creditizio e del costo del capitale, nel definire fino a che punto la riduzione BCE verrà trasferita ai clienti.

Trend regionali e opportunità di investimento

A livello territoriale, le città con forte domanda, buone infrastrutture e dinamiche demografiche positive (es. Milano, Bologna e altre aree metropolitane del Nord) continueranno a mostrare un certo controllo, seppur con ritmi di crescita dei prezzi moderati.

Nelle aree interne o meno dinamiche si potrebbe osservare una reattività inferiore: il miglioramento delle condizioni di credito potrebbe mitigare la discesa dei valori, ma non invertire tendenze strutturali negative.