Giu 2022 | Insurance |
Arcangelo Gagliano
Insurance Account Manager
Experian

Ci sono ricette, come quelle di certi polpettoni, il cui risultato è (per carità non si offendano gli appassionati del genere!) di sicuro buonissimo ma di difficile identificazione dei singoli ingredienti.

Ce ne sono altre invece come la carbonara, che pur essendo altrettanto deliziosa, accarezza vista e gusto con un sapore portante lasciando però ben visibile il guanciale, la spolverata di pecorino, il pepe, il tuorlo d’uovo.

Quali sono migliori? A tavola, possiamo affermare con serenità che sia questione di gusti personali; tutt’al più, magari, la diatriba può generare una litigata tra coniugi e, si sa, tra moglie e marito…

Quando invece il mix di ingredienti riguarda il business e, soprattutto, quando la ricetta prevede più di uno chef, magari a capo di ristoranti diversi, allora probabilmente è meglio per tutti (cliente incluso) che la pietanza segua più lo stile della carbonara che quello del polpettone.

Pensiamo al fenomeno dell’#EmbeddedInsurance, ad esempio, in cui una copertura assicurativa viene proposta in bundling con il prodotto, servizio o esperienza che il cliente sta acquistando, diventandone di fatto una #feature.

Se posizionate esattamente quando è utile, senza scossoni nella #CustomerExperience, vendere polizze può magicamente diventare più semplice; addirittura, può agevolare la creazione di nuovi prodotti (le nuove “ricette”) utili a superare il gap di sottoassicurazione in cui il mercato italiano generalmente versa.

Il problema è che i clienti di oggi, per continuare la metafora culinaria, consumano beni e servizi come fanno con il fast food: a qualunque ora, vestiti come sono, al bancone del bar o sullo skate.

E, quanto più giovani sono, tanto meno è facile ricondurli all’interno delle tradizionali categorie e regole di underwriting.

I fast food, per le polizze assicurative, oggi si chiamano ecosistemi, marketplace, #PlacementPlatform ed in comune con quelli hanno le modalità “sfuggenti” di utilizzo.

Che noleggi un monopattino a bordo strada, prenoti il volo per il mega concerto di Justin Bieber, acquisti un nuovo tablet al centro commerciale, il cliente sta sollevando in tempo reale un polverone di informazioni enorme, che può essere raccolto, analizzato e valorizzato.

Le Compagnie, quelle molto grandi ma anche le nuove insurtech a vocazione #fulldigital e le ibride, sono però di bocca buona e di “mappazzoni” in fase assuntiva, di certo, non vogliono sentirne parlare.

Si rende necessario uniformare #underwriting ed #onboarding del cliente, a prescindere dal touch point ed in modalità #CrossChannel; se è il cliente il nuovo centro dell’attività distributiva, se è lui il nostro nuovo “piatto”, è necessario che sia una carbonara, che gli ingredienti siano individuabili e comprensibili.

Se apriamo la dispensa di @Experian, troviamo una serie di strumenti già molto ben rodati per l’assunzione; ne tiro giù dallo scaffale solo uno, tra i più recenti e più adatti ad un mercato “fast-food”.

Digital Data Insights  è un sistema che analizza il #DigitalFootprint, cioè le tracce digitali che il cliente lascia dietro di sè quando naviga, utilizza un’app, adopera un device e, in sostanza, vive.

Di fatto, per fasce enormi della popolazione (#Millennials, #GenerationZ, comunità scarsamente bancarizzate) informazioni di questo tipo sono le uniche disponibili. Digital Data Insights raccoglie e categorizza questo patrimonio informativo, eliminando il rumore di fondo e fornendo istantaneamente uno score puntuale fortemente predittivo del rischio di sinistro.

Portate a bordo il vostro nuovo cliente mentre si trova a svolgere qualunque attività, ovunque ed in qualunque momento; con Experian, niente più polpettoni.